Dalla natura i colori dei tessuti
Inesauribile fonte d’ispirazione, la natura accompagna da sempre l’attività della famiglia Piacenza.
L’eco-sostenibilità d’oggi, ieri era sentire di appartenere alla natura. Nel 1840 Giovanni Piacenza dà vita al nucleo originario del Parco Burcina, poi ampliato dal figlio Felice. Quei 57 ettari intorno alla collina riflettono l’identità della famiglia Piacenza. Nel parco la natura ha piena libertà d’essere. L’estensione cromatica della valle dei rododendri, simile
ad un quadro di Monet, deriva da un difetto di Felice. Guido ricorda la forte miopia del nonno Felice e la considera “complice” dell’origine delle macchie di colore che dominano nel parco, tanto da esserne il tratto distintivo. Questo racconto porta alla mente la frase di Leonard Cohen: “C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce”.
Parco Burcina
Felice Piacenza
Riserva Naturale
Il parco della Burcina fu creato nel 1840 nei terreni acquisiti da Giovanni che volle sentieri, laghetti e cascine unendo gli stili italiano e inglese. Felice lo ampliò e, tra il 1890 e il 1920, fu il promotore di importanti lavori tra cui la creazione della Valle dei Rododendri, una cascata di arbusti che in primavera fiorisce formando un anfiteatro variopinto. Nel parco, venduto al Comune di Biella nel 1935, vivono sequoie, magnolie, pinus strobus, ma anche gli «alberi dei fazzoletti», di origini cinesi, sparsi in 57 ettari intorno alla collina.
Dalle tinte primaverili e autunnali della natura in Burcina Enzo trovò l’ispirazione per alcune sfumature presenti ancora oggi nelle cartelle colori del lanificio, come la tonalità «rododendro».
Dalle tinte primaverili e autunnali della natura in Burcina Enzo trovò l’ispirazione per alcune sfumature presenti ancora oggi nelle cartelle colori del lanificio, come la tonalità «rododendro».